The information contained in this book or books is provided for informational purposes only and includes the book title, author name, and a brief description or abstract. For the full text of the book, please contact the author or publisher.
Quando Shai viene scoperta mentre cerca di sostituire lo Scettro della Luna col suo quasi impeccabile falso, deve negoziare per la sua vita. Un assassino ha lasciato l’Imperatore Ashravan senza coscienza, una circostanza celata solo dalla morte della moglie. Se l’imperatore non dovesse riemergere dopo il suo periodo di cento giorni di lutto, il governo della Fazione del Retaggio dovrà essere ceduto e l’Impero cadrà nel caos.
A Shai viene dato un compito impossibile: creare – Riforgiare – una nuova anima per l’Imperatore in meno di cento giorni. Ma la sua Riforgiatura dell’anima è considerata un abominio da chi l’ha catturata. Viene confinata in una piccola e sporca camera, sorvegliata da uomini che la odiano, spiata dai politici, e intrappolata dietro una porta sigillata nel suo stesso sangue. Il suo solo possibile alleato è il giudice più leale dell’Imperatore, Gaotona, che si sforza di comprendere il vero talento di Shai.
Il tempo per Shai sta per scadere. Riforgiando, quando deduce le motivazioni dei suoi carcerieri, capisce di aver bisogno di un piano perfetto per fuggire…<
<p>This supremely organized reference packs hundreds of timesaving solutions, troubleshooting tips, and workarounds for Windows Server 2012 R2 configuration, storage, and essential administrative tasks.</p><
<p class="description">«La mia scrittrice preferita.»Nick Hornby«Un’autrice che rappresenta il meglio della letteratura americana di oggi, una squisita cronista della vita di tutti i giorni. I suoi personaggi fanno a un tempo rabbia e tenerezza, sono tradizionali eppure eccentrici.»The Observer«Anne Tyler dimostra una creatività instancabile: sembra non esserci fine alla quantità di storie che riesce a inventare.»London Review of Books«La Tyler si è fatta cronista attenta e affettuosa di un’America piccola piccola, e bisogna darle atto di una straordinaria bravura.»La StampaMorgan Gower, quarant'anni passati, gestore di uno squallido negozio di ferramenta, non si annoia mai: vive in una casa grande e disordinata, sopporta una moglie petulante, una madre svampita, una sorella apatica, sette figlie, un cane e un gatto. Così, per sopravvivere al quotidiano, ha sviluppato una ricetta tutta personale: quando l'atmosfera si fa pesante, lui si traveste e inventa personaggi romantici. Ma un giorno, in questo delicato equilibrio famigliare, si inserisce una coppia di burattinai: Emily e Leon Meredith. Morgan diventerà loro amico, li introdurrà in casa , quasi senza accorgersene, si innamorerà e diventerà l'amante di Emily. Un romanzo nel quale la storia di un adulterio innocente diventa, filtrata dalla commistione di ironia e sentimentalità tipica di Anne Tyler, la storia di un apprendistato alla vita e all'amore.«Non esiste forse oggi uno scrittore americano migliore di Anne Tyler. Quando un autore è di questo livello, è impossibile trovare dei termini di paragone.»Los Angeles Times«Non è solo brava, è straordinariamente brava!»John Updike«Il piacere dei romanzi della Tyler: un miscuglio di pathos e ironia, di personaggi nevrotici o sbiaditi, di tragedie e di quotidianità.»l’Espresso«Semplici tragedie quotidiane. Stupidità del vivere, forse, ma scritta con una prosa che ci emoziona e ci incanta. Ogni volta.»D di Repubblica«Una voce innovativa nella scena letteraria americana.»Corriere della Sera</p><
<p class="description">PREMIO PULITZER PER LA NARRATIVA 1989«La mia scrittrice preferita.»Nick Hornby«Un’autrice che rappresenta il meglio della letteratura americana di oggi, una squisita cronista della vita di tutti i giorni. I suoi personaggi fanno a un tempo rabbia e tenerezza, sono tradizionali eppure eccentrici.»The Observer«Anne Tyler dimostra una creatività instancabile: sembra non esserci fine alla quantità di storie che riesce a inventare.»London Review of Books«La Tyler si è fatta cronista attenta e affettuosa di un’America piccola piccola, e bisogna darle atto di una straordinaria bravura.»La StampaIra e Maggie Moran sono un marito e una moglie perfettamente medi, perfettamente a loro agio nella realtà di una media città americana come Baltimora: disilluso e poco comunicativo lui - invece delle parole preferisce usare i titoli delle canzoni degli anni Cinquanta e Sessanta -, generosa e impulsiva lei. Ma questa è una giornata diversa dalle altre. Serena, la migliore amica di giovinezza di Maggie, ha perso il marito e la coppia si mette in macchina per raggiungere il luogo del funerale: un viaggio di centocinquanta chilometri, in fondo non così lungo, che ben presto però assume un altro significato. Mascherata sotto le vesti di una sobria narrazione tutta affidata al dialogo e al monologo interiore, Anne Tyler accompagna i suoi personaggi dal presente al passato in un inesauribile gioco della memoria: i flash-back delle nozze, l'incontro con i vecchi amici alla cerimonia funebre, il frettoloso matrimonio del loro figlio Jesse con la diciassettenne Fiona, le «lezioni di respiro» a cui Maggie accompagnava la giovanissima nuora in attesa del suo nipotino.«Non esiste forse oggi uno scrittore americano migliore di Anne Tyler. Quando un autore è di questo livello, è impossibile trovare dei termini di paragone.»Los Angeles Times«Non è solo brava, è straordinariamente brava!»John Updike«Il piacere dei romanzi della Tyler: un miscuglio di pathos e ironia, di personaggi nevrotici o sbiaditi, di tragedie e di quotidianità.»l’Espresso«Semplici tragedie quotidiane. Stupidità del vivere, forse, ma scritta con una prosa che ci emoziona e ci incanta. Ogni volta.»D di Repubblica«Una voce innovativa nella scena letteraria americana.»Corriere della Sera</p><
<div><p class="description"><i>Scansioni di aquila / OCR di L00P</i></p><p class="description">I personaggi di Anne Tyler, per quanto un po' eccentrici, li si può riconoscere nella "gente comune", mogli e mariti, figli e genitori, sorpresi in scene di quotidiana normalità. Il silenzio sommerge affetti e sentimenti; ma ecco che da un gesto casuale, da un'ossessione insignificante nascono le parole che danno voce a quella malinconia profonda, accompagnata da un acuto sense of humor. "Non è soltanto brava, è straordinariamente brava!" ha scritto John Updike di quest'autrice di culto della letteratura americana, celebre per la scrittura nervosa ed elegante.</p></div><
<p class="description">Un professionista è sempre un professionista, ma la giornata era iniziata male: a Madrid faceva un caldo infernale e la sua amichetta francese l'aveva piantato come un cretino per un tizio incontrato a Veracruz. La compagnia di una buona bottiglia di whisky e di una mulatta che si portava dietro tutta l'aria dei Caraibi non gli aveva risollevato l'umore, quella ragazzina viziata dai fianchi sodi e dalla bocca rossa lo aveva proprio messo a tappeto. In fondo, dietro i modi da duro lui era un killer sentimentale. Non che fosse superstizioso, ma in una giornata del genere la cosa migliore sarebbe stata non accettare incarichi, nonostante la ricompensa a sei zeri esentasse. Il tipo che doveva eliminare, uno con l'aria dell'idealista, ma anche di chi non soffre la solitudine tra le lenzuola, non gli piaceva affatto, puzzava troppo di filantropia. I retroscena dell'incarico, però, stranamente lo incuriosivano. Chi voleva la morte di quel messicano? Quali peccati aveva commesso? Come mai due gringo, agenti della DEA, sorvegliavano la sua camera? Perché un filantropo appariva coinvolto in traffici di droga? Era sempre rischioso farsi troppe domande in un mestiere come il suo dove non esistevano licenziamenti ma certificati di morte.</p><
Rimpiango i giorni precedenti all’Ultima Desolazione. L’epoca prima che gli Araldi ci abbandonassero e i Cavalieri Radiosi si rivoltassero contro di noi. Un tempo in cui c’era ancora la magia nel mondo e l’onore nel cuore degli uomini. Il mondo divenne nostro e noi lo perdemmo. Pare che nulla costituisca una sfida per le anime degli uomini quanto la vittoria stessa. Forse quella vittoria è stata un’illusione fin dall’inizio? I nostri nemici si resero conto che quanto più duramente si battevano, tanto più resistevamo? Ci sono quattro persone che noi osserviamo. Il primo è un chirurgo, costretto a mettere da parte la guarigione per diventare un soldato nella guerra più brutale del nostro tempo. Il secondo è un assassino, un omicida che piange mentre uccide. La terza è una bugiarda, una giovane donna che indossa il mantello di una studiosa sopra il cuore di una ladra. L’ultimo è un alto principe, un condottiero i cui occhi si sono aperti sul passato mentre la sua sete di battaglia va scemando. Il mondo può cambiare. L’uso dei Flussi e degli Strati può tornare; la magia dei giorni antichi può essere di nuovo nostra. Queste quattro persone ne sono la chiave. Una di loro può redimerci. Un’altra ci distruggerà. Un fantasy epico che riconferma la capacità di Brandon Sanderson di scrivere romanzi raffinati, pieni di magia e intrighi.<
<div><h3 style="text-align: center;"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 12px; ">Il Bibliotecario</span></h3><h3><span class="Apple-style-span" style="font-size: 12px; font-weight: normal; ">Da ormai trecento anni il regno di Hallandren è governato dagli dèi Ritornati, uomini morti in modo esemplare e tornati a nuova vita dall’aldilà, e dal loro sovrano assoluto, il Re Dio. La vecchia dinastia reale, fuggita durante la Pluriguerra, si è ritirata nell’enclave di Idris, un territorio impervio e montagnoso che però consente loro di controllare i valichi settentrionali. Per ricomporre le differenze e riunificare i due stati, una principessa idrisiana dovrà andare in sposa al Re Dio e generare con lui un erede; ma nella Corte degli Dèi, luogo di intrighi, complotti e sotterfugi, qualcuno sta tramando nell’ombra.</span></h3><p>Nella cornice della variopinta città di T’Telir, dove colori e Soffio vitale possono donare vita agli oggetti inanimati, un gruppo composito di personaggi, giovani principesse, mercenari esuberanti, divinità svogliate, altezzosi sacerdoti, soldati Senzavita, loschi figuri e spade parlanti, cercheranno di fomentare una guerra... o di sventarla prima che sia troppo tardi. <br>Brandon Sanderson dimostra ancora una volta di essere un maestro nell’inventare mondi dominati dalla magia e dal mito. Una lettura altamente consigliata a tutti gli appassionati del fantasy epico. </p><p><br></p><p>Per "La Biblioteca".</p></div><
Ferdinand Lopez è un outsider dell’alta società, dagli incerti natali, dalle fortune economiche di origine speculativa. Egli cerca di guadagnarsi la reputazione che gli difetta con un solido matrimonio, con Emily Wharton, figlia di un importante avvocato. Specularmente in contrasto, si staglia la figura di Plantagenet Palliser, erede di un titolo e di favolose ricchezze. Rappresenta un’aristocrazia devota al bene comune e destinata al governo del paese. Ma nella complessa vicenda della politica (dovrà misurarsi con l’inevitabile compromesso) e della comune esistenza (l’esuberanza sociale della moglie convinta di fare l’interesse del marito gli creerà incroci sgraditi), sarà messa alla prova la fiducia in se stesso, nella sua capacità e nel suo ruolo. Con essa è simbolicamente misurata la tempra di tutta la classe dirigente vittoriana. Tanto che, con il passare delle pagine «se il cinismo non impedisce che il personaggio di Lopez abbia alla fine una certa dignità», ha scritto Sergio Romano «le austere virtù del duca divengono sempre più altezzose, intolleranti, scostanti, tiranniche e poco adatte al governo di un grande Paese». Il Primo Ministro appartiene al secondo dei cicli di Trollope, i Palliser novels. Il primo, il Ciclo del Barset, si svolgeva nelle dimore e nelle canoniche di campagna, questo invece è il ciclo londinese, e nessuno come Trollope, maestro dell’usuale (come diceva Henry James) sa parlare della Londra delle classi dirigenti dei suoi tempi. Soprattutto dei due fuochi che accendono le passioni cittadine: questo è il romanzo della politica e dell’amore. Tra gli indimenticabili della letteratura vittoriana Trollope, se non il più grande, è considerato il più preciso testimone: abbandonarsi alle pagine equanimi della sua prosa è affidarsi al corso maestoso e lento di un grande fiume sulle cui rive scorre la vita vittoriana, le sue passioni, i suoi luoghi, i suoi ritmi.<
<p class="description">Un processo intricato per la controversa eredità di un conte, intorno a cui formicola il mondo affollato di figure e personaggi di Trollope, il più tipico rappresentante del «naturalismo» inglese dell’età vittoriana. «Il migliore romanzo che io abbia mai scritto!» (Anthony Trollope).</p><
<p>Stress e ansia sembrano ormai elementi costitutivi della nostra vita, ai quali rassegnarci. Se siamo già avviati verso il cambiamento o se intendiamo voltar pagina, troveremo in questi capitoli spunti e suggerimenti per verificare e affrontare le situazioni con chiarezza e sistematicità, insieme a metodi e tecniche per mantenere il self control e uscire dal circolo vizioso in cui ripetiamo sempre gli stessi gesti, in modo da recuperare energie e smettere di soffrire. Così potremo mettere in ordine le idee e individuare, selezionare e utilizzare gli strumenti per migliorare la nostra vita, salvaguardando quello che ci più ci piace del nostro modo di essere.<br><small>w</small><small>w</small><small>w</small><small>.</small><small>das</small><small>olo</small><small>.c</small><small>o</small></p><
<div>Il fluviale Anthony Trollope (47 romanzi pubblicati molti dei quali spiccano tra le vette della narrativa vittoriana inglese; e fluviale anche per l’enorme portata narrativa del suo maestoso raccontare) considerava <em>Orley Farm</em> il romanzo migliore da lui scritto.È il romanzo della giustizia e dell’amore. Lady Mason, splendida aristocratica di amabile superiorità, possiede a nome del figlio una ricca tenuta vicino Londra, Orley Farm, ereditata dal marito. Un sospetto scende su di lei, e ne offusca la preziosa reputazione sociale: aver falsificato il testamento, per assicurare al bravo figlio e a se stessa una vita all’altezza del loro buon merito.Il lettore, guidato da una voce narrante così vittorianamente presente e onnisciente, capisce subito che la bella e nobile Lady è formalmente colpevole. Infatti lo scopo del romanzo – uno dei più perfetti romanzi giudiziari mai scritti, a parere di George Orwell –, è scoprire come alla fine l’accusata potrà cavarsela: seguendo la trama dell’accusa e la strategia della difesa, il ruolo dei testimoni, gli effetti dell’ambiente, l’influenza del carattere dei protagonisti, l’anatomia delle loro intenzioni, il tutto analizzato con precisione accanita e appassionante. Questa la giustizia.L’amore, non meno importante, splende invece in una serie di storie che affiancano la causa legale: e sono storie di elevato sentire, trascinante passione e scandalo sociale.Al di sotto sia del linguaggio della giustizia sia del linguaggio dell’amore c’è la descrizione del dilemma morale tra la giustizia dell’ambiente comune e il sentimento sincero di ciascun animo nobile. E al di sotto ancora sta la volontà di allargare lo sguardo a tutta la prospettiva sociale, tessendo intorno alla vicenda principale mille e una situazioni, persone e destini minori.Accanto per grandezza a Dickens e Thackeray, Anthony Trollope è l’archeologo della società vittoriana, equipaggiato soprattutto di una capacità di analisi psicologica dell’usuale, di cui oggi è facile apprezzare l’estrema modernità.</div><
Di tutto resta un poco è il libro a cui Antonio Tabucchi ha lavorato, fino all'ultimo, in prima persona, malgrado la malattia e da dentro la malattia, condividendo ogni dettaglio con la curatrice e la casa editrice. E una raccolta di scritti meditata, appassionante, che prende le mosse da un memorabile "elogio della letteratura", di una letteratura capace di "ficcare il naso dove cominciano gli omissis". È inevitabile che, a partire da lì, dalla responsabilità delle parole per arrivare alla consolazione della bellezza, Antonio Tabucchi tocchi i temi più cari e insieme ai temi le opere e gli uomini (spesso amici) che lo hanno accompagnato. Ci sono gli autori frequentati con l'assiduità dello studioso (Pessoa e Drummond de Andrade, Kipling e Borges, Cortàzar e Primo Levi), quelli sondati dalla veemenza della consuetudine (Daniele Del Giudice, Norman Manea, Enrique Vila-Matas, Mario Vargas Llosa e Tadahiko Wada), quelli più giovani, illuminati da una lungimiranza severa e affettuosa. E poi ci sono meravigliose pagine sul cinema, che tengono insieme il lirico omaggio alle ali di farfalla di Marilyn Monroe e la penetrante analisi della gag sovversiva di Almodóvar. Di tutto resta un poco fa certamente parte di un lascito fondamentale, ma è anche un libro che accende l'intelligenza, la curiosità, gli entusiasmi, come ci trovassimo di fronte alla mappa di un territorio che finalmente possiamo visitare, con la complicità e la guida dello scrittore che lo ha abitato, che lo ha costruito, che lo ha custodito per noi.<
Lasciati da parte i ricordi personali che questo Piccolo naviglio porta sulla sua scia, ho cercato di capire di quale materia sia fatto, e mi è parso che le assi della chiglia appartengano allo stesso legno dei libri che lo hanno seguito negli anni. C'è la Storia con la maiuscola, scriteriata fanciulla che reca festosa lutti e iatture; la storia senza maiuscole del nostro paese, per il quale continuo a nutrire la nostalgia di ciò che avrebbe potuto essere e non è, mischiata a un senso di colpa per una colpa che non mi appartiene; la nostra lingua, che ho cercato di difendere scrivendola. E soprattutto c'è il fenotipo di molti miei personaggi a venire: un personaggio sconfitto ma non rassegnato, ostinato, tenace. Fedele, come ha detto un poeta, "alla parola data all'idea avuta". L'idea che noi siamo perché ci raccontiamo e che lui potrà esistere soltanto se riuscirà a raccontare la propria storia. Che poi è questo libro. [Antonio Tabucchi] <br/><
Un truce fatto di sangue. L'inviato di un giornale popolare di nome Firmino.Un avvocato anarchico e metafisico, ossessionato dalla Norma Base, cheassomiglia a Charles Laughton. L'antica e affascinante città di Oporto. Unromanzo che sotto le apparenze di un'inchiesta costituisce una riflessionesull'abuso e sulla giustizia.<
<p>Un'ipotesi dell'autore - una giustificazione per un modo di raccontare
così allusivo - è che questo libro potrebbe servire da guida per un
amante di percorsi incongrui. E vi è certo dell'incongruo in questa
ricerca di un amico disperso, ombra di un passato segnato, s'indovina,
da una qualche definitiva rottura; in quest'India conosciuta solo nelle
camere d'albergo, negli ospedali, e che pure balugina attraverso i
colloqui essenziali con profeti incontrati sui pullman, con gesuiti
portoghesi, con agnostici di una società teosofica. Ma è un'incongruità
che dall'esplicitarsi di suggerimenti, da concomitanze che si rivelano
necessarie, si riordina a metodo. E' il lato notturno e occulto delle
cose il tema di "Notturno indiano". </p><
We use cookies to understand how you use our site, to personalize content and to improve your experience. By continuing to use our site, you accept our use of cookies and you agree with Privacy Policy and Terms of Use