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Andrea Camilleri

Riccardino

<p>Il commissario deve sgrovigliare un nuovo caso, il suo ultimo. C’è stato un omicidio. La vittima è il giovane direttore della filiale vigatese della Banca Regionale. Testimoni dell’esecuzione sono tre amici intimi del morto. I quattro hanno condiviso tutto, persino il non condivisibile della vita familiare. Sono stati uno per tutti, tutti per uno: come quattro moschettieri. Il caso sembra di ovvia lettura. Ma contro ogni evidenza, e contro tutti, lui è arrivato alla conclusione che nulla è, in quell’omicidio, ciò che appare. Aguzza lo sguardo. Segue itinerari mentali irti. Analizza e connette. Allarga le indagini. Incappa in personaggi pittoreschi (un uomo-lombrico e una donna cannone capace di avvolgerlo nelle sue voluminose rotondità). Inciampa in un secondo delitto. La svolta è assicurata, eclatante e insospettabile. Si è ritrovato in una pensosa solitudine, Montalbano. Livia era lontana, lontanissima. Augello era assente, per motivi di famiglia. Il commissario ha avuto però la collaborazione intensa dell’anagrafologo Fazio. E ha usato spesso come spalla teatrale il fracassoso Catarella, con le sue sovreccitazioni reverenziali. Molte cose sgomentano i pensieri di Montalbano, in questo romanzo. Gli danno insofferenza, malessere, qualche tormentosa ossessione. Lo stancano. Lo indispongono. Eppure il suo stile investigativo è sempre lo stesso, sorvegliatissimo, sfrontato: fra «sceneggiate», «sfunnapedi», «sconcichi»: giostre verbali e scatti sagaci, a sorpresa. Montalbano, come Personaggio del romanzo, ha dovuto sostenere un confronto impari con l’Attore che lo impersona in televisione (il «gemello» può contare su un pubblico assai più numeroso di quello del Personaggio letterario; e poi sa sempre quello che avviene dopo nella vicenda, mentre lui, Personaggio che consiste nella storia, deve di volta in volta improvvisare, azzardare e scommettersi). A non parlare dell’Autore ottantenne che sta scrivendo «la storia» che il Personaggio «sta vivendo»; e vorrebbe scriverla a modo suo: come romanzo. Montalbano vuole invece vivere la sua vita, in quanto vita. Lo scontro ha accenti pirandelliani. Questa ultima indagine di Montalbano, Camilleri l’ha scritta tra il 2004 e il 2005. L’ha linguisticamente rassettata nel 2016. Il vigatese è una lingua d’invenzione, viva e fantastica che, con il sostegno dei lettori, si è evoluta negli anni. La sua trama fonica è sempre più diventata un sistema coerente e coeso, con un dialetto che arriva a infiltrare fantasticamente l’italiano. Camilleri ha voluto quindi aggiornare la veste linguistica di <em>Riccardino </em>agli sviluppi che la sua lingua aveva avuto in questi undici anni. <em>Salvatore Silvano Nigro</em> </p><

Andrea Camilleri

Riccardino. Seguito dalla prima stesura del 2005

<p>Il commissario Montalbano affronta un nuovo caso, il suo ultimo. C’è stato un omicidio, la vittima è il giovane direttore della filiale vigatese della Banca Regionale. Testimoni dell’esecuzione sono tre amici intimi del morto. I quattro hanno condiviso tutto, persino il non condivisibile. Sono stati uno per tutti, tutti per uno. Il caso sembra di ovvia lettura. Ma contro ogni evidenza, e contro tutti, Montalbano è arrivato alla conclusione che nulla è, in quell’omicidio, ciò che appare. Quest’ultimo mistero di Vigàta, che costituisce anche una profonda riflessione sul rapporto tra lo scrittore e il suo personaggio più celebre, fu consegnato da Andrea Camilleri nel 2005 all’editore con l’accordo di darlo alle stampe, quando sarebbe venuto il momento, solo come epilogo della serie. Nel 2016 l’autore revisionò la prima stesura, lasciando immutata la trama, ma intervenendo profondamente nella lingua. Questo volume fa seguire alla versione definitiva del 2016 quella del 2005. «Ho sempre distrutto tutte le tracce che portavano ai romanzi compiuti, invece mi pare che possa giovare far vedere materialmente al lettore l’evoluzione della mia scrittura». ANDREA CAMILLERI</p><

Andrea Camilleri

Un Covo Di Vipere

<p class="description">Sognando, Montalbano è entrato in un sogno dipinto da Rousseau il Doganiere. Si è ritrovato, insieme alla fidanzata Livia, nel respiro di luce e nella convivenza innocente di un’edenica foresta. Gli intrusi riconoscono il luogo solo grazie a un cartello inciso a fuoco. Sono nudi. Ma portano addosso l’ipocrisia di foglie di fico posticce, fatte di plastica. L’armonia dell’eden, la sua mancanza di volgarità e violenza, è una finzione pittorica. Non appartiene a nessun luogo reale. E neppure ai sogni. Ciononostante, anche nella cieca e brutale realtà può sopravvivere la delicatezza del canto discreto e cortese di un uccello del paradiso saltato giù dai rami dipinti o sognati. Montalbano viene svegliato dal fischiettare di un garbato vagabondo che intona Il cielo in una stanza, con «alberi infiniti», imponendosi sul fracasso di un temporale. La filologia congetturale del commissario deve applicarsi al fondo torbido e malsano di esistenze nascoste e incarognite dal malamore, dagli abusi e dalle sopraffazioni, dalla crudeltà e dalla sordidezza, dalle ritorsioni e dai ricatti, dalla gelosia e dal rancore: non meno che dall’interesse. Il ragioniere Cosimo Barletta, sciupafemmine compulsivo e strozzino, è stato trovato morto: ucciso con modalità che a prima vista appaiono inesplicabili, e addirittura insensate. Montalbano indaga sui segreti impenetrabili di una famiglia e sui misteri di una comunità. Sui rapporti di sangue e quelli di affinità. Entra nei recessi e nei meandri di tante vite private. Fa i conti con sensazioni equivoche, desolazioni, e disperate tenerezze. Incontra figuranti di sofisticata semplicità o di apatica frigidezza. Va alla ricerca di un testamento annunciato e paventato, ma che forse non c’è. Montalbano ha davanti un muro di buio, dietro il quale avverte qualcosa di terribile che lo spaventa. Si lascia risucchiare da un abisso, lungo una linea di faglia che gli dà le vertigini. Confinato nella sua solitudine, sente con trepidazione che il momento della verità si approssima. Aguzza l’ingegno. Ma il suo sguardo è tutt’altro che spietato. Compassionevole, il commissario raccoglie dalla divina foresta di Rousseau il Doganiere l’eco ancora riascoltabile di una aerea nota. E, senza prurigini, ha rispetto per il vero pudore: per la nudità, alla fine, di chi non è innocente e non è del tutto colpevole. Chiude il caso tragico, pietosamente: con dolorosa malinconia. Non dà voti di condotta. Dal dramma Hedda Gabler di Ibsen ha imparato a sondare le psicologie controverse. E dal film Il cattivo tenente di Abel Ferrara ha appreso la forza della comprensione. Camilleri lascia che la sua scrittura pulsi di tutto un inventario di inquietudini letterarie e cinematografiche, e di atavici spaventi. Scrive un romanzo di solido impianto, su colpe che raggelano quanto il terrore gorgonico in una tragedia greca.</p><

Andrea Camilleri

Una lama di luce

&quot;Un gorgo d&apos;angoscia governa l&apos;alterno respiro delle storie che nel romanzo si tramescolano. Il commissario Montalbano è in apprensione. Gli orli sfumati di un sogno trasudano malessere, sensazioni superstiziose, oscure premonizioni. Un pensiero laterale stenta a chiarirsi, e perdura nella realtà come sospettosa vigilanza; e come soprassalto a ogni minima coincidenza con lo squallore infausto del sogno che di uno straccio di terra aspra e solitaria ha fatto un obitorio a cielo aperto, con bara chiusa e cadavere da riconoscere, sotto una luce itterica e di meteoropatica influenza. Persino il consueto barbugliamento di Catarella si è dato in sogno negli arcani costernanti di una locuzione latina. La rotta sequenza delle indagini, su un&apos;aggressione a mano armata e violenza carnale, su un traffico d&apos;armi, e su degli esportatori di opere d&apos;arte rubate, allinea e intreccia storie di donne di forte e deciso temperamento; mentre il commissario, così esposto al lato oscuro delle cose e ai clandestini giochi della mente, è in attesa che qualcosa di non del tutto delucidato esca fuori, alla fine, da un qualche retroscena, e si riveli. Si sedimenta lo spaesamento in Montalbano. Nella vita del commissario va crescendo un senso di solitudine che accascia e predispone a una morbidità di sentimento. Livia continua a essere una voce nel telefono, una minaccia costante e fastidiosa di baruffe. Un&apos;assenza. Una lontananza impegnativa. Irrompe in carne e ossa una donna fatale...&quot;. Salvatore Silvano Nigro<

Andrea Carandini

Adriano. Roma e Atene

<div><p>Nel pantheon degli imperatori romani che la storiografia antica ci ha tramandato, Adriano è una figura eccezionale, così esuberante e poliedrica da ispirare i romanzieri e sfidare gli studiosi, anche a distanza di quasi due millenni. Di origine ispanica, pupillo di Traiano, appassionato di musica e poesia, filosofo, mecenate e perfino astrologo, secondo Andrea Carandini ed Emanuele Papi Adriano fu soprattutto un imperatore "architetto": un princeps illuminato e smisuratamente ambizioso, che, pur senza promuovere nuove grandi conquiste, concepì il potere come un instancabile moto progettuale e costruttivo destinato a imprimere segni profondissimi sulla fisionomia del mondo romano. Se la vita di Adriano fu un viaggio continuo da un confine all'altro dell'impero, due città ne costituiscono però i sicuri capisaldi: in nessun altro luogo la sua opera trasformatrice è riconoscibile come a Roma e ad Atene. In questo libro Carandini e Papi, tra i massimi conoscitori della storia antica di queste due città, mettono finalmente a disposizione del lettore una duplice mappa della monumentale eredità che questo imperatore ci ha lasciato. Dal Pantheon all'Hadrianeum, dal Sepulcrum - trasformato nei secoli in Castel Sant'Angelo - al sarcofago imperiale riadattato in fonte battesimale barocco, passando per templi e biblioteche, archi trionfali e basiliche, terme e anfiteatri: ciascun sito archeologico è indagato alla luce delle scoperte più innovative e ricostruito nel dettaglio con l'aiuto di minuziose tavole grafiche. Nel racconto, storia e architettura si fondono per rievocare anche la vita e i personaggi che hanno abitato quei luoghi: la poco amata moglie di Adriano, Vibia Sabina, e l'amato Antinoo, e alcune figure finora rimaste in ombra come Plotina - la moglie di Traiano che fece adottare il futuro principe dal marito già morto, garantendogli così una discussa successione - o la suocera Augusta Salonina Matidia. Tassello dopo tassello, a ricomporsi davanti ai nostri occhi è così un sorprendente ritratto bifronte dell'imperatore. Dove su tutto domina il suo sguardo, in grado di coprire le distanze che separano Occidente e Oriente, in una sintesi forse irripetibile che non ha mai smesso di nutrire una civiltà, la nostra, radicata nella classicità adrianea.</p><p class="description"> </p><p>**</p></div><

Andrea Carandini

Angoli di Roma

Tra i luoghi che scopriremo con Andrea Carandini: Le case del re dei sacrifici e di Tarquinio Prisco; Grandissime corti porticate; Banchine sul Tevere; Il maggiore tempio di Roma e dell&rsquo;Impero; Saloni da pranzo della domus Aurea; Il Pantheon di Augusto ricostruito da Adriano; Giardini in forma di teatro e d&rsquo;ippodromo; Suites di sale; Due templa del divo Augusto, a due angoli del Palatino; Dove dormivano le vestali; Il luogo della Velia; La tomba di un fornaio; Dove la plebe riceveva il grano; La nave di Enea e il suo ricovero.<

Andrea Carandini

Antonino Pio e Marco Aurelio

Andrea Carandini

Giove custode di Roma

Andrea Carandini

Il fuoco sacro di Roma: Vesta, Romolo, Enea

Il pi&ugrave; importante archeologo italiano racconta il rito del fuoco pubblico che ha coronato la fondazione di Roma. A Romala dea del fuoco pubblico era Vesta. Il suo culto &egrave; stato istituito probabilmente da Romolo intorno alla met&agrave; dell&rsquo;VIII secolo a.C. Due secoli dopo Roma incoraggia su questo fuoco pubblico un mito fondativo pi&ugrave; cosmopolita: sarebbe stato portato nel Lazio da Enea, che lo avrebbe salvato da Troia in fiamme. Il fuoco dei Romani &egrave; stato spento e riacceso dalle vestali ogni primo giorno di marzo nel corso di 1150 anni. Le sei sacerdotesse, strappate da bambine alla famiglia, dovevano conservarsi illibate per almeno trent&rsquo;anni. In compenso veniva loro riconosciuto un rango elevatissimo ed erano le sole donne che a Roma possedessero una piena capacit&agrave; giuridica. Andrea Carandini e la sua scuola hanno ricostruito il santuario di Vesta e parte del circondario, contribuendo in modo fondamentale alla comprensione del centro sacrale, istituzionale e culturale della citt&agrave;-stato. Grazie a uno scavo durato un trentennio &egrave; stato possibile analizzare la radura o lucus di Vesta, i luoghi di culto dei Lari, di Marte e Ops, di Giove Statore, e conoscere le capanne e le case delle vestali, dei re e dei massimi sacerdoti della citt&agrave;-stato. Raccontare la storia di questo cuore urbano a un vasto pubblico &egrave; la ragione del libro. Non sar&agrave; pi&ugrave; possibile una storia di Roma che ignori le scoperte di questo scavo condotto alla pendice settentrionale del Palatino.<

Andrea Carandini

Io, Agrippina

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Andrea Carandini

La forza del contesto

Come estrarre dai beni inanimati, immersi nel sonno della storia, il potenziale capace di risvegliarli? Andrea Carandini si racconta attraverso l&rsquo;archeologia, grande passione della sua vita, in pagine di straordinaria vividezza, originalit&agrave; e profondit&agrave;. L&rsquo;archeologo somiglia al saggio investigatore, che si avvale di un metodo universale e di tanti specifici sussidi. Ma somiglia anche a un direttore d&rsquo;orchestra, a cui non sfuggono suoni imperfetti di archi, arpe, legni, ottoni e percussioni; o piuttosto a un regista, al quale non sfugge il dettaglio errato di un vestito o l&rsquo;incongruit&agrave; di un arredo. Perci&ograve; l&rsquo;archeologia deve trattare tutti gli oggetti e tutte le relazioni fra di essi, includendo tutti i saperi utili. Altrimenti si resta abbracciati al frammento o poco pi&ugrave;, come un naufrago al suo pezzo di legno. Perch&eacute; il titolo La forza del contesto? Perch&eacute; la vita che sempre si muove e si rinnova ha bisogno di una inclinazione che componga e diriga gli sforzi, i desideri, le speranze. Questa forza pu&ograve; stare non in una cosa singola, ma nell&rsquo;insieme delle relazioni che alle cose conferisce reciproca attrazione, congruit&agrave;, significato e valore. Ecco perch&eacute; quando l&rsquo;archeologo scava, assorbito nelle caratteristiche dell&rsquo;oggetto, non deve mai dimenticare le persone vive che lo hanno fatto, anche se il loro nome non &egrave; inciso sul manufatto, n&eacute; deve dimenticare se stesso e la societ&agrave; che lo circonda.<

Andrea Carandini

Su questa pietra

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Andrea Conti

I 200 Proverbi e Modi di dire italiani più usati: L'Italiano in tasca

Andrea De Carlo

Di noi tre

Andrea De Carlo

Giro di vento

<div><p>Due uomini e due donne, professionisti di successo e amici da sempre, partono da Milano insieme a un agente immobiliare per visitare alcune case di campagna che intendono acquistare e ristrutturare in Italia centrale. Quasi arrivati a destinazione, si perdono lungo strade sterrate tra colline coperte di boschi e la macchina su cui viaggiano cade in un fosso. I telefoni cellulari non hanno copertura, sta calando la notte e comincia a piovere. Adottando un punto di vista fluttuante che, di volta in volta, si sposta impercettibilmente da uno all'altro dei cinque personaggi, De Carlo costruisce un romanzo a più voci in cui racconta delle nostre aspirazioni e contraddizioni, dei rapporti d'amicizia e d'amore, delle paure, delle manie, dei sogni nascosti.</p><p class="description"> </p><p>**</p></div><

Andrea De Carlo

L'imperfetta meraviglia

<div>Succede in Provenza, d'autunno, stagione che mescola le prime umide nebbie con un lungo strascico di calore quasi estivo. I borghi e le ville si stanno vuotando di abitanti e turisti. Ancora un grande evento però si prepara. Quasi a sorpresa, sul locale campo di aviazione, si terrà il concerto di una celebre band inglese, i Bebonkers, un po' per fini umanitari un po' per celebrare il terzo matrimonio di Nick Cruickshank, vocalist del gruppo e carismatico leader. I preparativi fervono, tutti organizzati dal piglio fermo di Aileen, futura moglie di Nick. In paese c’è una gelateria gestita da Milena Migliari, una giovane donna italiana che i gelati li crea, li pensa, li esperimenta con tensione d'artista. Un rovello continuo che ruota attorno all'equilibrio instabile del gelato, alla sua meraviglia imperfetta perché concepita per essere consumata o per liquefarsi, per non durare. Milena ha detto addio agli uomini e convive da qualche anno con Viviane. Un rapporto solido, quasi a compensare l'evanescenza dei gelati, l'appoggio di una donna stabile e forte, al punto che, tra qualche giorno, Milena si sottoporrà alla fecondazione assistita. Eppure, in fondo, Milena non ha voglia di farlo davvero questo passo che forse non ha proprio deciso. Incerta senza confessarselo, Milena. Come Nick, che si domanda da quando il suo rapporto con Aileen ha perso l'incanto dei primi tempi. Così, una rockstar inglese e una ragazza italiana incrociano i loro destini e nel giro di tre giorni, dal mercoledì al venerdì, tutto accelera e precipita in un vortice inevitabile ed esilarante. Un romanzo che alterna il ritmo del rock, la leggerezza della commedia brillante, e la profondità del tempo che tutto cambia e modifica. Un continuo mutamento che è la bellezza della vita, la possibilità di essere veramente, fino in fondo, quel che siamo. **<div>### Recensione **</div><div>Notte magica in Provenza per il rocker e la gelataia** *Sergio Pent*, Tuttolibri - La Stampa </div><div>Si avverte una sensazione di continuità psicologica, tra il precedente bellissimo romanzo di **Andrea De Carlo**, Cuore primitivo, e questo nuovo, altrettanto riuscito *L’imperfetta meraviglia*. </div><div>Paesaggi appartati – una Liguria collinare di confine, la Provenza appena oltre la stagione turistica – personaggi fuori dal coro, anche se in entrambi i casi la fastidiosa globalità bussa, irrompe. Osiamo affermare che il De Carlo delle ultime prove si muove sul terreno dei destini circoscritti, senza eccessive sovrastrutture romanzesche ma delineando con squisita attenzione sentimenti e appartenenze, sul crinale precario delle scelte azzardate, dei risvolti inattesi proprio quando la vita sembra già aver tracciato il suo solco definitivo. È una Provenza autunnale ovattata e racchiusa nel suo silenzio indigeno, quella in cui s’incontrano Milena Migliari e Nick Cruickshank. Personaggi opposti, appartenenze diverse, vite distanti, e non potrebbe essere altrimenti dato che lei è una comune – anche se geniale – gelataia italiana trasferitasi in un borgo della regione con la compagna Viviane, rustica fisioterapista, mentre l’inglese Nick è da trentacinque anni il leader carismatico di una rock band di fama mondiale, i Bebonkers, e si trova nella sua villa provenzale per un concerto benefico e prima ancora per celebrare il suo terzo matrimonio con la dirompente imprenditrice Aileen. Due vite sul confine di un nuovo destino: Nick sta per archiviare i suoi eccessi da rockstar, Milena si appresta a sottoporsi alla fecondazione assistita, per chiudere il cerchio delle sue scelte e accantonare definitivamente le parentesi – che pur ci sono state – con l’universo maschile. Clandestino fu il gelato, dovremmo dire a questo punto, poiché è proprio da un’ordinazione del prodotto quasi fuori stagione di Milena che parte la veloce e febbrile fase di conoscenza tra Nick e la gelataia. Milena produce le sue dolci morbidezze con la passione della ricercatrice, sperimenta gusti e varietà scegliendo i prodotti del territorio, dai frutti alle spezie financo ai fiori, e quell’imperfetta meraviglia l’ha portata a un piccolo successo dal quale stenta a staccarsi per cambiare vita, perché la maternità gliela cambierà, eccome, la vita. Dal canto suo Nick affronta con disincanto il caos di ospiti, amici, membri dello staff, addetti stampa che stanno invadendo la sua appartata proprietà in vista dei due grandi eventi, mentre al campo volo dove si terrà il concerto già arrivano i primi fans per occupare i posti migliori. L’assaggio dei gelati è la chiave di tutto: Nick ringrazia Milena per la sua arte dolciaria, lei si ritrae nei suoi dubbi assillanti, ma il caso li fa ritrovare in una notte silenziosa dove un gruppo di giovani inscena una istintiva cerimonia degli abbracci in una piazza fredda e deserta, e l’abbraccio casuale tra il rocker e la gelataia scatena una serie ininterrotta di domande, quelle che letteralmente affollano gli ultimi capitoli e che ci fanno capire – con la logica imperfetta delle scelte, dei sentimenti, dello scambio di valori – come tutto quanto sia precariamente poggiato sulle sorprese che la vita spesso ci riserva in dirittura d’arrivo. Il romanzo è un gioco psicologico a due intervallato da un grottesco teatrino di figuranti che confermano la casualità di certe scelte, e in questo duello di sguardi, carezze, a cui aggiungiamo un brandello di sana, impetuosa follia, si gioca il futuro dei protagonisti, uniti dalla consapevolezza di non essere mai stati se stessi, nonostante gli anni e le esperienze. Intenso, suggestivo, ricco di riflessioni brillanti sul come e il quando del nostro umano esistere, il romanzo conferma – se ce ne fosse bisogno – che De Carlo è la voce più limpida, attenta e moderna della nostra narrativa. Anche il finale, aperto alla curiosità e al futuro, è semplicemente struggente, e lascia comunque intatte tutte le domande su ciò che sarà di Milena e di Nick: un lampo di feroce, estrema malinconia o un alito di dilagante speranza? </div></div><

Andrea De Carlo

Leielui

Andrea De Carlo

Mare delle verità

<p class="description">Ebook Gratuito - vietata la vendita</p><

Andrea De Carlo

Tecniche di seduzione

<div><p>Avvicinamento, conquista, possesso: la seduzione, arte di guerra tra le più diaboliche, ha le sue progressioni, le sue tecniche, le sue strategie. Un aspirante romanziere, soffocato dalla routine in un settimanale milanese, incontra uno scrittore di successo che lo convince a trasferirsi a Roma. In una babele di personaggi squallidi e fasulli, uomini e donne dalla morale facilmente adattabile allo scopo da perseguire, il giovane romanziere percorrerà le tappe di una difficile e talvolta dolorosa formazione.</p> <p>**</p></div><

Andrea De Carlo

Treno di panna

Arrivato solo, senza soldi e senza progetti a Los Angeles, il protagonista di questo romanzo scopre, a sue spese, gli splendori e le miserie dell'american way of life. Costretto a lavorare come uomo-sandwich travestito da biscotto macrobiotico o come cameriere in un ristorante italiano pieno di messicani avidi e rissosi, Giovanni passa di esperienza in esperienza fino ad arrivare alla più inattesa delle sorprese: un invito al sontuoso party nella villa hollywoodiana della sua attrice preferita.<

Angela Camuso

Mai ci fu pietà - La banda della Magliana dal 77 ad oggi

Angela Caponnetto

Attraverso i tuoi occhi

Angela Carter

Fuochi d'artificio

Angela Carter

La bottega dei giocattoli

Una notte la giovane Melanie attraversa il giardino di casa indossando l'abito nuziale sottratto dall'armadio della madre. Il giorno dopo il suo mondo non è più lo stesso: costretta ad abbandonare la confortevole dimora della propria infanzia, Melanie si reca a Londra con i fratelli, a vivere presso parenti che non ha mai conosciuto. Da questo momento abiterà in un negozio di giocattoli, colmo di meraviglie e oggetti bizzarri, un teatro magico in cui si muovono strani personaggi: la zia Margaret, bella e silente; Francie, un violinista dotato e timido; Finn, imprevedibile e risoluto, che osa baciare Melanie ai giardini pubblici. Poi, come orco nella sua tana, il minaccioso zio Philip, che ama solo i manichini di legno che crea nel suo laboratorio.<

Angela Carter

La camera di sangue

<p>I racconti contenuti in La camera di sangue si rifanno esplicitamente alle fiabe. La Carter si ispirò indubbiamente alle storie di Charles Perrault, che scrisse e raccolse le fiabe della tradizione orale, tradotte dalla stessa autrice poco prima di questa sua antologia</p><

Angela Carter

Le Infernali Macchine Del Desiderio

Angela Carter

Love

Angela Contini

Tutta la pioggia del cielo

Angela Contini

Tutte le stelle del cielo

Angela Contini

Tutto l'infinito del cielo

Angela Contini

Universi sconosciuti

Ann Cleeves

Due cadaveri, un solo indizio

<p class="description">La regina inglese del thriller Tradotta in 23 Paesi Un grande thriller Esistono luoghi in cui nessuno mai potrebbe immaginare un minimo cambiamento nello stile di vita, in cui rispettare le tradizioni radicate è ovvio e naturale. Per chi vi abita la normalità è un rifugio rassicurante, una protezione. Così si vive a Biddista, un remoto paesino delle Shetland. Almeno finché, in una capanna di pescatori, viene ritrovato il cadavere di un uomo. Si tratta di uno strambo forestiero, perciò non c’è niente di più facile che archiviare la sua morte alla voce “suicidio”. Quando però il detective Jimmy Pérez assiste al ritrovamento di un altro cadavere, diventa chiaro che la piccola comunità in cui lavora rischia di sprofondare in un gioco al massacro. Per fermare la morte, non resta che spezzare la catena che lega tra loro omicidi tanto efferati. Ma i confini tra i colpevoli e gli innocenti sono incerti come quelli che separano il giorno dalla notte nel paesaggio desolato e glaciale delle Shetland. Puoi mentire a tutti. Ma non puoi ingannare la paura. «Non ci sono solo omicidi nel libro della Cleeves: c’è quasi un invito a leggere dentro se stessi e a capire i perché di un assassinio.» Leggere tutti «Il frutto del male, nei libri di Ann Cleeves, è concepito nel grembo della normalità: guardatevi bene da chi vi è vicino, piuttosto che dai soliti e ben noti sconosciuti.» Roma «Una storia nera capace di provocare nel lettore una sconvolgente tempesta emozionale.» Spectator Un'autrice tradotta in 23 Paesi Nota: questo romanzo è stato precedentemente pubblicato con il titolo Gli occhi della notte Ann CleevesVive nel West Yorkshire con il marito e i due figli. Come membro della Murder Squad, Ann collabora con altri scrittori per promuovere la crime fiction. È autrice di moltissimi thriller e del ciclo di romanzi incentrati sulle indagini dell’ispettore Perez (la Newton Compton ha pubblicato in Italia La maledizione del corvo nero e Gli occhi della notte, poi ripubblicato con il titolo Due cadaveri, un solo indizio), a cui è ispirata la serie TV Shetland. Ha vinto il prestigioso Premio Duncan Lawrie Dagger come miglior thriller dell’anno.</p><

Ann Cleeves

L'isola dei cadaveri

Ann Cleeves

La maledizione del corvo nero

<div><div>È un freddo mattino di Gennaio, e le isole Shetland sono ricoperte da una coltre di neve. Mentre Fran Hunter sta rientrando in casa, il suo sguardo è attratto da uno sprazzo di colore del candido terreno ghiacciato, intorno al quale neri corvi volano minacciosi. L’urlo di terrore di Fran riecheggia nel vuoto: gli uccelli si stanno contendendo il cadavere di Catherine Ross, la sua giovane vicina di casa. Per i tranquilli abitanti dell’isola, sconvolti, è chiaro che l’omocida è Magnus Tait, un sempliciotto che vive appartato. Ma quando il detective Jimmy Perez e i suoi colleghi danno inizio alle indagini, una luce di sospetto e di paura è gettata su tutta la comunità. Per la prima volta dopo anni, le porte delle case vengono chiuse a chiave, ciascuno guarda al proprio vicino come a un possibile assassino, nessuno si fida più di nessuno.</div><div>La maledizione del corvo nero è un viaggio sotto le ridenti apparenza di un mondo chiuso e appartato, di una comunità che si crede forte e coesa e che invece cova segretamente invidie, rancori, sete di sangue.</div></div><

Annalisa Canestrelli

Il codice dell'imperatore

<p class="description">Milano, 1982. Marta ha poco più di vent'anni quando arriva in città decisa a lasciarsi alle spalle un passato di cui non intende far parola con nessuno. Nel giro di qualche settimana, la ragazza dall'aspetto selvatico scesa dal treno cede il passo a una donna nuova, sicura di sé, che si muove negli ambienti della città bene, dividendosi tra la mondanità, l'amore di Luca e il volontariato. Palermo, 1941. In un continente sconvolto dalla guerra, il famoso archeologo Antonio Neri sottrae agli uomini di Hitler un prezioso reperto millenario che nasconde arcani segreti ed è la chiave per ottenere il dominio del mondo. Milano, 2006. Costanza Neri viene assassinata nel suo appartamento. Il corpo straziato dalle coltellate viene ritrovato l'indomani in una casa messa completamente a soqquadro. Il delitto appare incomprensibile. La donna non aveva nemici e, sebbene di nobili origini, viveva ormai in ristrettezze economiche. Soltanto a seguito di questo tragico evento, Marta si rende conto che Costanza le ha lasciato una serie di indizi per arrivare alla verità e si butta a capofitto in una ricerca che mette a rischio la sua vita e la costringe a fare i conti con un doloroso passato.</p><

Anton Cechov

Il giardino dei ciliegi

Antonella Cutuli

LIBRO PRIMO

Antonello Caporale

Acqua da tutte le parti: Viaggio in 102 paesi e città dell’Italia che fiorisce o sparisce

<p class="description">Da una delle penne più felici del nostro giornalismo, un nuovo straordinario Viaggio in Italia: da Avegno a Favare, da Cassacco a Decollatura, da Petrosino a Fossombrone, quasi quindicimila chilometri alla scoperta delle meraviglie e delle disgrazie di un Paese che fa «acqua da tutte le parti» ma continua miracolosamente a galleggiare. L’Italia è lunga e stretta. Se sei sull’Aurelia e scendi verso sud, il mare ti accompagna a destra; se invece guidi lungo l’Adriatico, l’acqua occhieggia da sinistra. Ma per guardare l’Italia bisogna dare quasi sempre le spalle al mare e rivolgersi verso l’interno. Per tre anni, ogni giorno ho riversato nel taccuino le tracce di ogni viaggio, dettagli anche minuscoli. Il bottino che stipavo era tutto ciò che non aveva possibilità di comparire sul mio giornale, una montagna di informazioni minute, secondarie, accessorie, o di storie che lasciavo ai margini delle inchieste nell’attesa che, dopo tanta semina, un giorno potessero germogliare e insieme costituire l’anima di un altro racconto, di un nuovo viaggio. Così è nato questo resoconto sull’eternità di certi luoghi e certi paesaggi italiani dove il passato non finisce mai e il futuro stenta ad arrivare. Ci sono paesi che si raggiungono solo a piedi, come Topolò al confine con la Slovenia, e paesi senza tempo dove si fabbricano orologi, come Uscio in Liguria; paesi dove la terra finisce, come Depressa nel Salento, e paesi abitati da capre, come Craco in Lucania. Soprattutto, ci siamo noi italiani in questo libro: una sequenza di carità e di imbrogli, di anime morte e di anime belle, di volti sorridenti e di predoni da strada. Una volta messi in fila non si sa se abbracciarli tutti oppure darsi alla fuga il più rapidamente possibile. (Antonello Caporale)</p><

Antonino Cannavacciuolo

Il piatto forte è l'emozione

<p class="description">Cucinare è un'attività che richiede voglia di sperimentare, disciplina e un bravo maestro. Antonino Cannavacciuolo mette qui la sua esperienza e il suo talento al servizio degli appassionati che amano le sfide. Ricordando, innanzitutto, che una cosa non deve mai mancare in un piatto: l'emozione.</p><

Antonino Cannavacciuolo

Mettici il cuore

<p class="description">Dopo il successo di Il piatto forte è l'emozione, il nuovo libro di Antonino Cannavacciuolo. L'amatriciana, la pasta al pesto, la cotoletta alla milanese, il baccalà in umido, il tiramisú. Ci sono piatti, sapori, che rimangono per sempre nella memoria. Sono quelli legati alla nostra infanzia, alle nostre abitudini famigliari, alla terra in cui siamo nati. Nella selezione proposta da Antonino Cannavacciuolo in questo libro, ognuno di noi ne ritroverà alcuni e ne scoprirà altri. Tutti arricchiti dal tocco personale dello chef, tutti cucinati con il cuore.</p><

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